giovedì 24 febbraio 2011

E la sera andavamo in via Pergolesi!


Ieri pomeriggio entro su facebook e trovo la notizia, pubblicata dal mio segretario provinciale(Gianni Sanna), dell'addio al partito di Peppino Marras,importante esponente del Pd oristanese.
Non avendo sue notizie da circa un anno,al contrario di Gianni che invece dice di aver avuto un certo sentore nell'ultimo mese,rimango sorpreso.Sorpreso perchè ero convinto che Peppino,dal periodo pre elettorale provinciale dello scorso anno,avesse ritrovato,all'interno del partito, l'entusiasmo dei tempi migliori.

Anche io mi sono sempre occupato di politica, animato da grande entusiasmo.Partendo dalla Democrazia Cristiana, Movimento Giovanile, proprio con Peppino Marras,in associazioni collaterali come "Partecipazione e Solidarietà" del mio amico Gian Mario Selis,altre associazioni dell'ambito universitario e sempre vicine alla Dc, con gli altri miei amici Francesco Sanna,Roberto Deriu,Umberto Oppus,Filippo Spanu,Cristiano Erriu,Giulio Lampis,Antonio Pili,Giuliano Uras,Daniele Manca,Antonello Caria,Luigi Onni,Giovanni Musino,Roberto Deidda,Peppino Sedda,Giuseppe Obinu,Gianna Caccavale,etc.
Che tempi,quanta passione e partecipazione!
Da studente fuorisede,quante riunioni a Cagliari,di norma la sera, dopo cena, per non sottrarre tempo allo studio.
Ricordo con estremo piacere gli incontri a casa di Giuseppe e Gianna,in via Pergolesi,dove si parlava di politica e di cultura a 360 gradi,pianificando iniziative da tenere nella nostra cara Oristano e provincia(ricordo,tra le altre,anche una bella manifestazione organizzata a Nureci,il mio paese).
Durante l'occupazione universitaria di quegli anni(la "Pantera")quanti dibattiti organizzati nelle aule di viale Fra Ignazio!
Conclusa l'esperienza,assolutamente positiva,ci tengo a precisarlo,della Democrazia Cristiana,e iniziata la cosiddetta diaspora dei cattolici,ognuno di noi ha preso strade diverse,Francesco oggi fa il Senatore della Repubblica con il Pd,Roberto Deriu,sempre nel Pd,fa il Presidente della Provincia di Nuoro, Giuliano,con l'UDC, ha appena concluso una importante esperienza nella giunta Cappellacci,Umberto è uno stimato e apprezzato uomo di punta dell'UDC,oltrechè capace e dinamico sindaco di Mandas,Filippo è un dirigente di primordine del Pd,Cristiano,sempre politico di livello del Pd,fa il sindaco di Santadi,Giulio,parimenti,è un poltico collaudato del Pd, altri, come Giuseppe,me,hanno lavorato nei rispettivi ambiti comunali.
Ricordo con grande entusiasmo altri due miei importanti passaggi politici, con i Democratici di Prodi("l'Asinello", esperienza che definirei fantastica!)sempre con Peppino,Stefano Figus e con Antonello Figus segretario provinciale,e con la "Margherita".Ho avuto la possibilità di partecipare a Roma al congresso di "scioglimento" dell'esperienza dei Democratici(che belle serate romane di politica)e,successivamente, a Parma ,al congresso costitutivo della Margherita,con la fusione tra Asinello e Partito Popolare.Quest'ultimo passaggio sarebbe risultato propedeutico,con la successiva chiusura dei DS e della stessa Margherita, alla nascita del Partito Democratico,soggetto politico a cui guardavo con molto entusiasmo,nella prospettiva di una grande forza riformista,alternativa al centrodestra.
Debbo dire purtroppo,e peraltro non è la prima volta che lo faccio,che il mio entusiasmo,la mia passione,la mia voglia di credere ciecamente in un partito si è fermata esattamente li,è rimasta,mio malgrado, fuori dalla porta del nuovo,ultimo soggetto politico.
Non torno a dire delle cause che determinano questa mia delusione,peraltro arcinote,tuttavia, alla luce di questo stillicidio di notizie,di questo tsunami che sta travolgendo noi democratici,dall'evaporazione della possibilità di mandare a casa Berlusconi,sembrava cosa fatta(e noi continuiamo a parlare solo di potere mediatico e finanziario del premier,eludendo quelle che sono anche le nostre responsabilità),dalle primarie perse a Milano,Cagliari,Iglesias,tutte a favore di candidati Sel,da quelle incredibili di Napoli,dalle notizie sullo stato di salute del partito a livello regionale,forse comatoso,ora da quella dell'abbandono di Peppino a Oristano,è del tutto evidente che c'è qualcosa che non va,qualcosa di grave che non va.E allora fermiamoci davvero un attimo, vediamo di far chiarezza su tutti i livelli,pena la fine prematura di un partito che certamente avevo immaginato diverso,in grado di dare continuità a quel mio entusiasmo.

mercoledì 23 febbraio 2011

Benigni a Sanremo 2011:Viva l'Italia.Quarta parte.

Benigni a Sanremo 2011:Viva l'Italia.Terza parte.

Benigni a Sanremo 2011:Viva l'Italia.Seconda parte.

Benigni a Sanremo 2011:Viva l'Italia.Prima parte.

La Margherita e i DS e Progetto Sardegna mobbizzano i militanti del PD sardo.


Luca Mereu

Io non so fare le fini analisi politiche di Antonello Cabras.

Non ho la sapienza giuridica di Francesco Sanna e neppure i quintali di pelo sullo stomaco di Paolo Fadda.

Non ho la grinta di Siro Marroccu, il carisma di Tore Cherchi o il papa' di Marco Meloni.

Non so vendere il prodotto come Chicco Porcu e non ho neppure l'ansia da arrampicatore sociale di uno di quei scarti di capobastone capaci solo di abbaiare quando il padrone li aizza.

Ma vista la brutta piega che sta prendendo il PD sardo non c'è nulla, nelle pseudo-qualità di cui sopra, che potrà essere vantato un giorno come particolare prerogativa o come succedaneo di una superiore sapienza politica: viste le rovine sul quale pochi eletti stanno maramaldeggiando per continuare ad spremere un partito ormai già troppo spremuto.

Incuranti del tristo panorama attuale e gia' proiettati alle prossime scadenze elettorali. Che già si intravedono futuribili scranni da parlamentare e da consigliere regionale.

Colpa mia, lo ammetto mi frega una certa tensione ideale e il fatto che ho iniziato a fare politica con la nascita del PD.

Non avendo nessuna passata appartenenza da difendere son finito apolide e per gli apolidi c'è giusto un timbro sulla carta d'identità.

Ecco l'origine del male e delle mie sventure. Primarie escluse.

E' così facile: DS-Margherita-Progetto Sardegna.

Margherita-DS-Progetto Sardegna.

Progetto Sardegna-DS- Margherita.

Ripetetelo tutti assieme come un mantra capace di esorcizzare il demone che possiede il partito.

Il movente di tutti i misfatti.

Ripetetelo assieme in tutte le combinazioni possibili.

Inutile menare il can per l'aia.

Urlatelo ora che è in vista la lottizzazione dell'Anci, dell'Ersu, della Proservice, un rimpasto nei consorzi industriali con ufficio disinfestazioni annesso secondo la regola aurea...aspè, com'era che dicevano i partners in crime Cuccu e Moriconi?

Ah, si: "I patti non erano quelli, toccava a noi".

Porcogiuda, si scannano persino per dividere per aree i Giovani Democratici: se non fosse che molti di quei ragazzi sono d'accordo con alcuni di quei mammasantissima allerterei subito il Telefono Azzurro. Ma si sa che i giovani scimmiottano i grandi e a quell'età sono incapaci di intendere e di volere.

Se non si inizierà a pensare al partito come un blocco monolitico dove le cariche siano contendibili e dove le appartenenze passate risultino merce avariata - dopo quasi 4 anni, qualsiasi prodotto deperibile va in malora - non credo avrà molto senso continuare questo monotono stillicidio.

Invece a tutt'oggi le vecchie casacche, sono ancora complementari e fisiologiche tra loro come la corda con l'impiccato.

E noi ai piedi del boia a guardarci l'indecente spettacolo indecisi se ingoiare i conati di vomito o abbandonare il campo.

Vedo tanti di quei dirigenti di partito che si sono prostituiti talmente tante volte da non ricordarsi più il motivo per il quale l'hanno fatto. E per giustificare l'incoerenza dire che è necessario garantire, sempre e comunque, il pluralismo.

Pluralismo, lo chiamano loro.

Ora la palla passa a Silvio Lai, il nostro segretario, che ha in mano il boccino. Sta a lui decidere se continuare a stare a questo gioco perverso e logorante, tenuto in ostaggio da pochi notabili, continuando a consumare i polpastrelli sulla calcolatrice per far risultare il numeratore fratto le aree di provenienza oppure resettare più o meno tutto il pregresso e varare un nuovo inizio. Adeguando, ad esempio, le segreterie, le direzioni o indirizzando assessori e incarichi partitici vari prescindendo dalle aree, dalle correnti, dai gruppi e dai gruppuscoli; cementando il rapporto con gli amministratori espressione del partito che ormai operano in completa solitudine; organizzare forum tecnici provinciali, snelli e strutturati per interessi e competenze; rilanciare la funzione e il ruolo dei circoli del PD cercando di supportarli anche economicamente perchè altrimenti la militanza diventa invisibilità; "aprire" il partito alla relazione con la società civile che siamo nati per quello; rilanciare, infine, lo stile comunicativo del PD che attualmente non è certo 2.0 ma vicino allo zero. Quasi si avesse pudore a dire, in un italiano depurato dal politichese, che ci sono problemi.

C'è un dato di fatto, certo e immutabile come il Sole: tutto l'elettorato giovane - quello che da linfa e futuro a un partito e che non si fa tirare le orecchie dal Tore Ladu di turno - si sposterà al partito di Nichi Vendola. Tivoli è lì come monito. E anche io, se devo essere sincero, non mi sento tanto bene.

E c'è una battuta che gira tra le chat di Facebook, Skype e Messenger tra molti giovani (e meno) militanti PD, stufi marci di questo andazzo. Viene pronunciata tra il serio e il faceto, ma pure con un carico di malinconia che strozza le parole in gola: "Tanto la finiremo tutti in SEL".

Non devo essere certo io a spiegarvi la storia della profezia che si autodetermina, vero?

sabato 19 febbraio 2011

Al Bar dello Sport


Quest'oggi voglio vestire i panni del classico cittadino del "Bar dello Sport"!
Ebbene,i temi,di norma,più amati da questa tipologia di persone sono lo sport,appunto,e la politica,nella variante nazionale e locale.
Con riferimento a quest'ultima,in periodi pre-elettorali ed elettorali, i dibattiti tra gli avventori si moltiplicano,assumendo e diventando,così come per il calcio in epoche di campionati mondiali, quando tutti si sentono allenatori,ruoli e cariche istituzionali di primordine,imbastendo programmi e stilando una sorta di lista della spesa per gli amministratori a venire.
Dunque,visto che tra qualche mese nel mio paesello,Nureci,al quale peraltro sono molto legato e al quale tengo molto,tra qualche mese si svolgeranno le elezioni per designare la nuova amministrazione che lo guiderà nel prossimo quinquennio,anche io mi iscrivo,da semplice cittadino comune,a questo concorso.



Se fossi candidato a sindaco di Nureci così imposterei il mio programma.
Vengo a illustrarlo per aree di intervento e partendo da quelle che ritengo le priorità.



Voglio premettere che la normativa regionale che,da alcune annualità,stabilisce i criteri di erogazione delle risorse,il cosiddetto "Fondo Unico",carica il sindaco di un'ulteriore,importante responsabilità.
Il primo cittadino infatti è costretto,dando fondo alle sue virtù di buon padre di famiglia,a un'operazione di taglio-incolla,per far fronte alle sempre più marcate esigenze e difficoltà che la sua comunità incontra.


Sociale.


La fascia più ampia della popolazione di Nureci è composta da anziani,molti dei quali componenti nuclei familiari di una sola persona, ottuagenari e,anche per via della età avanzata, affetti da patologie invalidanti che determinano e accentuano i problemi della vita quotidiana.
In virtù di tale premessa è fondamentale impostare un discorso comunale di ampio respiro, che faccia proprio un programma teso a razionalizzare una serie di interventi mirati che integrino i finanziamenti (vedi piani personalizzati di assistenza,L.162/98-Assistenza Domiciliare Integrata)che,ogni anno,risultano sempre più esigue.
La Regione Sardegna,qualche anno fa,adottò una legge molto innovativa, comunemente conosciuta "Ritornare a Casa", che ha un duplice, straordinario obiettivo: riportare,appunto,a casa i propri congiunti con patologie estremamente complesse,e per questo ricoverati in strutture idonee,con costi però decisamente onerosi per le casse regionali,e far sentire ai medesimi il calore dei rispettivi affetti,il più delle volte panacea di molti mali.Oggi questo piano regionale,per via dei tagli inverosimili che hanno colpito e continuano a falcidiare le casse regionali,ma soprattutto,aggiungo,per via di una politica miope,distratta e insensibile della stessa Regione,ha subito un ingiustificato rallentamento.In proposito sarebbe opportuno porre in essere ,con l'organismo sovracomunale di riferimento(Unione dei Comuni dell'Alta Marmilla) e,con il coinvolgimento dei servizi sociali dei singoli Comuni,una forte rivendicazione nei confronti della RAS, alla quale chiedere l'adesione forte anche dell'Anci Sardegna.




Apertura e fruibilità della struttura "Casa Anziani".



Per meglio attuare e ad integrazione di quanto appena detto è importante che il Comune vada ad inaugurare la struttura al centro del paese. Ritengo che quì il vero problema sarà la gestione del servizio,e mi riferisco ai costi di funzionamento, che,verosimilmente,saranno molto elevati.
E' opportuno studiare una soluzione che concili le esigenze dell'utenza,come detto in precedenza sempre più numerosa e articolata,con quelle gestionali.In proposito si potrebbe immaginare un'unica gara d'appalto per il servizio di assistenza socio-sanitaria domiciliare e per l'utilizzo della Casa,prevedendo,tra le altre cose,nell'ambito dell'assoluto rispetto della normativa che regola gli appalti,che chi si aggiudicherà la gara dovrà farsi carico anche dell'assunzione e della formazione di unità lavorative del posto.

Per le politiche sociali rivolte,invece, alle altre fasce della popolazione,come infanzia,adolescenza,giovani e adulti,si dovrebbe continuare con quanto fatto sinora, anche fruendo delle programmazioni del Consorzio "Due Giare",e privilegiando le iniziative di socializzazione in genere.




Pubblica Istruzione.




Anche questa è un'area di intervento che mi sta molto a cuore.
Lo spopolamento e la denatalità hanno determinato,negli anni, la chiusura di molte istituzioni scolastiche presenti e,di conseguenza,si è proposto drammaticamente il problema della salvaguardia e della tutela della scuola come presidio fondamentale per la formazione delle giovani generazioni,dei nostri figli.In questi anni i sindaci del territorio hanno profuso energie e risorse per questo obiettivo.E,grazie anche alla importante e positiva collaborazione della Comunità Montana prima,e dell'Unione dei Comuni poi, per la gestione dei servizi di mensa e trasporti scolastici,si è creato un certo equilibrio che,pur non rappresentando certezza assoluta in termini di mantenimento dello status quo,tuttavia,anche alla luce del recente Piano di Dimensionamento Scolastico approvato dalla Provincia,lascia,almeno per il medio termine,sufficienti garanzie.I Comuni che tanto tempo fa diedero vita al consorzio per la tutela e la gestione delle scuole nel territorio devono costantemente,in un rapporto di assoluta reciprocità,mettere a disposizione risorse per garantire un'istruzione di qualità.
Va da se che il Comune di Nureci deve difendere dalle insidie di questi tagli la Scuola dell'Infanzia Statale,che,peraltro,è una delle più moderne e attrezzate.
Ritengo altresì che il Comune dovrebbe adottare dei progetti specifici tesi a motivare gli studenti a riappropriarsi della lettura come strumento e ausilio didattico insostituibile.Ci sono, infatti, anche nel territorio regionale, degli eccellenti professionisti del settore(mi viene in mente il nome di Gaetano Marino),veri e propri intellettuali-attori, che predispongono,anche su commissione degli enti locali,dei veri e propri piani che,partendo dalle specificità e dai problemi presenti in quel dato ambito,propongono dei capolavori,come ,per esempio, la messa in scena delle favole più classiche.




Università




Nell'ambito delle programmazioni previste dai vari atenei,vedi,per citarne qualcuno," Erasmus" e "Globus",o in quelle realizzate dalla Regione Sardegna,vedi" Master and Back",è importante che il Comune di Nureci,per universitari del posto meritevoli,metta a disposizione risorse che,eventualmente,vadano ad integrare quelle previste dai piani sopra indicati,che il più delle volte risultano insufficienti per portare a termine il percorso di formazione universitaria e post universitaria.





Cultura


Nureci,al pari di tutti gli altri piccoli Comuni limitrofi,dovrebbe entrare a far parte di una sorta di percorso culturale che consenta alla comunità di fruire,in questo settore,di iniziative di qualità.
Il Comune,per esempio,potrebbe anche iscrivere in bilancio delle risorse per una costante organizzazione di manifestazioni di particolare interesse culturale,come la presentazione di libri dei più importanti autori sardi( solo per fare un esempio citerei Michela Murgia,Marcello Fois,ma ve ne sono tanti altri,e di un livello eccellente),oltrechè prevedere una sezione per incentivare i cittadini residenti a cimentarsi nella stesura di piccole opere letterarie.
Si dovrebbe poi valutare,con gli organismi sovracomunali presenti nel territorio e con i comuni viciniori,e ad integrazione della struttura prevista a Villaverde, la possibilità di costruire un polo culturale dell'Alta Marmilla,estendibile anche ai Comuni limitrofi del Sarcidano(Laconi,Genoni) che preveda,tra l'altro,la costruzione di una sala cinematografica per la proiezione di film di prima visione con l'eventualità di costituire una cooperativa o società di gestione del posto,creando così anche dei posti di lavoro.





Ambiente,Beni Culturali e Paesaggistici.


E' fondamentale che il Comune di Nureci investa sull'ambiente,inteso come bene primario da tutelare e da sfruttare in chiave turistica.
In merito è opportuno continuare nella valorizzazione del polmone verde,di proprietà del Comune,in località "Pranu Monti",rendendo,in quest'ottica,fruibile anche la struttura realizzata qualche anno fa con il progetto "Horse Country" del consorzio "Due Giare".
Nel territorio comunale è inoltre presente un'importante patrimonio paleontologico in località "Muru Cubeddu".
Non conosco con precisione lo stato dell'arte, se non ho capito male,dovrebbe esserci una struttura che il Comune ha destinato a "Museo del Fossile" nella ex "Casa Masili".Risulta inoltre coinvolta l'Università di Cagliari,e,dalle notizie di stampa e da quelle ricavate dal sito internet del Comune,dovrebbero essere di prossima apertura dei cantieri-scavo nel sito;tuttavia ritengo di fondamentale importanza continuare,anche con più determinazione,in questa programmazione,ma non con l'utilizzo di cospicue risorse del fondo unico sottratte a interventi primari;semmai intercettando o risorse di assi Comunitari o accedendo ad eventuali finanziamenti regionali, anche per il tramite delle istituzioni sovracomunali del territorio.






Energie alternative.


Alla luce delle recenti politiche sulle energie rinnovabili,peraltro in continua evoluzione sul livello nazionale e mondiale,ma anche e soprattutto nel panorama regionale, volte a creare,nel breve-medio termine,un nuovo sistema energetico da fonti alternative,è opportuno che il Comune di Nureci si faccia promotore,con convinzione,e nelle forme che più si confanno alla salvaguardia ambientale e nell'ottica di un reale risparmio energetico per la popolazione residente,della stipula,attraverso il fondamentale coinvolgimento e la fattiva partecipazione di tutti i soggetti e enti vari presenti nel nostro comprensorio, di un protocollo d'intesa per la sperimentazione e introduzione delle più moderne tecniche di approvvigionamento energetico da fonti alternative presenti sul mercato.
Questa parte di programmazione rappresenta già il futuro immediato,un treno che non si può assolutamente perdere.E'una scommessa che,nella misura in cui la si vince,determina,senza ombra di dubbio,la virtuosità e il livello di innovazione che un sindaco o un'amministratore in genere portano come valore aggiunto nello svolgimento del mandato.






Telefonia mobile e Adsl.


Per un Comune,come quello di Nureci,che punta,avendo tutte le carte in regola per farlo,allo sviluppo turistico del proprio territorio,risulta di inderogabile importanza installare un ripetitore di telefonia mobile di ultima generazione(sistema di ricezione in 3G)che supporti agevolmente e velocemente anche il traffico internet, oltrechè quello voce, sugli smartphone,oggi molto in uso.
E' altresì importante dotare,anche e soprattutto alla luce della recentissima e innovativa programmazione dell'Assessorato degli Affari Generali della Regione Sardegna,l'ambito comunale della banda larga a fibra ottica,che consente un accesso e una fruizione della Rete estremamente utile,per via della velocità estrema nel funzionamento.Infine si potrebbe infrastrutturare il territorio comunale con il sistema wifi,internet senza fili,per sancire in maniera definitiva la vocazione turistica del paese.








Lavoro.


Quì,in un epoca in cui il problema occupazionale risulta estremamente drammatico,specie in Sardegna e,ancora di più,in questo territorio,il Comune deve essere molto chiaro verso i suoi amministrati.
L'ente locale,oggi più di ieri,non è in grado,anche a causa dei sempre più signficativi tagli dei trasferimenti nazionali e regionali,di porre in essere politiche che possano produrre posti di lavoro a tempo indeterminato e dunque incidere sostanzialmente e direttamente sulla crescita del tessuto socio-economico.
E allora occorre, per così dire, aggirare l'ostacolo,sensibilizzando e "educando" la popolazione,e i cittadini,specie i giovani in cerca di prima occupazione,a una cultura del lavoro che si potrebbe definire alternativo.Ossia,recenti studi rivelano il trend delle assunzioni fino al 2018.Ebbene,le attività emergenti richiederanno un alto livello di studi e specializzazione.In crescita tutti i mestieri legati alla cura della persona.Al primo posto troviamo cuochi e camerieri.Leader per la percentuale di aumento:le badanti.Ma anche vigilantes,camionisti,giardinieri,infermieri.Una caratteristica unifica i mestieri che "tirano":i servizi alla persona.La sfera del benessere individuale,dell'assistenza,dell'aiuto,avrà un boom con l'invecchiamento della popolazione.
E allora,alla luce anche di questi dati,sarebbe estremamente lungimirante per il Comune di Nureci contemplare politiche per la formazione anche di figure professionali come quelle sopramenzionate.Ovviamente vengono fatte salve le risorse per i classici cantieri occupazionali e per le povertà estreme.







Agricoltura e pastorizia.


Anche se a Nureci il comparto dell'agricoltura e della pastorizia rappresenta ancora la prima fonte di reddito, pensioni Inps a parte,tuttavia le difficoltà oggettive che il settore attraversa sono di dominio pubblico.
Le campagne del paese oltrettutto scontano un'annoso problema orografico e una marcata insufficienza nell'approvvigionamento idrico,che rendono quasi proibitivo l'esercizio razionale di queste attività.In proposito risulterebbe molto appropriato, da parte del Comune,magari con l'ausilio dell'Unione dei Comuni,visto che il problema è di tutta la zona, commissionare uno studio per porre,in qualche modo, un'argine a questo oramai anacronistico fenomeno della frammentarietà dei campi.Per quanto,invece, riguarda l'acqua non è più rinviabile la realizzazione della diga "S'Allusia".
Inoltre il Comune dovrebbe fare opera di persuasione,insieme alle organizzazione di categoria, presso gli operatori del settore, per una conoscenza capillare e costante di tutte le oppurtunità previste nel nuovo Piano Agricolo Comunitario(PAC).
Infine è necessario intervenire nella viabilità rurale,laddove esistono punti di criticità.








Opere pubbliche e arredo urbano.


Da notizie informali ho appreso che il Comune di Nureci starebbe predisponendo una progettazione per la realizzazione di una piscina comunale o per un polo sportivo.Non so se la notizia sia fondata.Premettendo dunque che in merito non ho dati oggettivi attraverso i quali maturare un giudizio compiuto e definitivo,voglio tuttavia esprimere,in linea di principio e in generale,il mio punto di vista.Riterrei estremamente oneroso per le casse del Comune,specie in epoche così grame dal punto di vista economico,accendere eventuali mutui,con tassi di ammortamento magari elevati e che indebitano l'ente per chissà quanti anni, per opere che poi potrebbero risultare le classiche cattedrali nel deserto,nel senso che,verosimilmente,potrebbe configurarsi una situazione di gestione con costi superiori agli utili,soprattutto per via della presenza,a pochi chilometri da Nureci,nel Comune di Baradili,di una avviata,in termini di presenze stagionali, e collaudata piscina,con annessi servizi.Beninteso,non è in discussione l'idea quanto il rischio di esposizione finanziaria del Comune,in vista di una probabile scarsa partecipazione dell'utenza,dal momento che una struttura del genere non può fare riferimento al solo ambito comunale.

In linea di massima ritengo che Nureci non abbia bisogno di particolare infrastrutturazione relativa a opere pubbliche.Negli ultimi 17 anni infatti il paese è stato letteralmente rivoltato come un calzino,per cui,vedrei prevalentemente interventi di tipo conservativo.Semmai si potrebbe ricavare, al centro del paese, nella "Casa Sechi",oramai molto fatiscente,uno spazio importante da destinare a piazza,in modo tale da valorizzare ulteriormente gli scorci molto accattivanti di quella parte di centro storico.
Stesso discorso per quanto riguarda l'arredo urbano,con interventi migliorativi,come la sistemazione di fioriere,tesi ad armonizzare l'importante struttura architettonica del paese.
Se non ricordo male il Comune di Nureci ha acquistato la "Casa Pirastu",mi pare per recuperare anche gli spazi da utilizzare per il mercato civico, con la costruzione di box-vendita.Sarebbe importante che questa programmazione andasse in porto.







Parrocchiale Santa Barbara.



Mi risulta di prossima realizzazione la ristrutturazione della torre campanaria,da tempo pericolante, e del sagrato della parrocchia. Dopo questo intervento,successivo a quello che ha interessato la chiesa e la casa del parroco,si dovrebbero recuperare risorse,anche attraverso l'utilizzo di eventuali somme derivanti dall'otto per mille,per la installazione,con il supporto della Soprintendenza, di un moderno impianto di riscaldamento-raffreddamento.







Eventi.


Considerato che già da alcuni anni il Comune di Nureci organizza,nel periodo ferragostano,un'importante rassegna jazz che polarizza l'attenzione di un vasto numero di appassionati e curiosi,anche oltre l'ambito regionale,e che,di conseguenza,il nome di Nureci lo si associa anche a questo avvenimento,sarebbe auspicabile che l'evento,considerato che l'amministrazione uscente ha o sta realizzando anche un anfiteatro per l'occasione, venisse salvaguardato e semmai migliorato,magari aggiungendo alla kermesse musicale una serie di iniziative collaterali da sfruttare in chiave turistico-culturale.
Non conoscendo però la fonte di finanziamento della manifestazione,e trattandosi di iniziativa che certamente,per via della elevata qualità degli spettacoli,necessita di importanti risorse per la sua realizzazione,sarebbe assolutamente prioritario non caricare sul bilancio comunale queste cifre,optando invece,visto che si tratta di appuntamenti calendarizzati nell'ambito di una più ampia programmazione che abbraccia altri importanti Comuni,per una forma di gestione tipo "grandi eventi" e quindi finanziabile direttamente dalla stessa Regione Sardegna.







Tutela e valorizzazione delle feste tradizionali,recupero delle tradizioni popolari.


Il sentimento popolare derivante dalla radicata e sentita fede cattolico-cristiana della comunità nurecese si manifesta anche attraverso alcuni appuntamenti religiosi che fanno parte integrante di questa popolazione.San Sebastiano,i riti della Settimana Santa,la Madonna D'Itria e San Giacomo sono le tappe di un percorso culturale-religioso che certamente in questi anni sono risultati oggetto di attenzione e promozione da parte dell'amministrazione comunale.Anche qui,sulla scorta delle esperienze maturate in questi anni, occorre migliorare le iniziative e renderle ancor più armoniose con il sentimento di fede.
Sarebbe molto importante,anche nell'ottica di una operazione di crescita culturale e di recupero delle tradizioni popolari, la rifondazione del gruppo folk.





Casa Conte Toufanny



Da valutare se ,in epoca di grandi ristrettezze economiche per il Comune, ci sia la possibilità,attraverso un canale di finanziamento particolare, di acquisire al patrimonio del Comune e di recuperare la casa del conte Toufanny,certamente di grande valore storico-culturale.





Attività sportive.

Quì punterei certamente a riorganizzare una società che si ponga l'obiettivo di partecipare ai campionati ufficiali della Federazione Italiana Gioco Calcio.Non dimentichiamo che le attività sportive,specie quelle di squadra,determinano,per conseguenza,una importante ricaduta dal punto di vista della socializzazione,particolare questo non trascurabile.Organizzerei anche una squadra per la partecipazione a competizioni di pallavolo.
Proseguirei poi nella fortunata e azzeccata organizzazione di tornei estivi di calcio a 5 nella struttura polivalente.






Trasparenza.

Il Comune di Nureci si è dotato di un sito internet che mi sembra molto ben organizzato.Oggi,come detto in precedenza,l'utilizzo della Rete è assolutamente fondamentale, non si può prescindere da essa,e,nell'ottica della conoscenza e fruizione della macchina amministrativa comunale,e quindi nel fondamentale rapporto Comune-Cittadino,il sito istituzionale assume un'importanza notevole.Al di la delle norme che oramai impongono ai Comuni la messa online di un albo pretorio,ritengo che l'attività dell'amministrazione debba essere assolutamente incentrata su un criterio di massima trasparenza.Sull'albo pretorio online dovrebbero essere presenti,tra le altre cose, tutte le delibere di Consiglio Comunale e di Giunta,oltrechè le determininazioni dei responsabili di servizio.
Istituirei anche,vista la diffusione impressionante dei telefonini,un servizio di sms con il quale tenere costantemente informati i cittadini su tutte le attività del Comune.




Consorzio turistico "Due Giare".
A mio avviso,il ruolo e l'importanza del consorzio "Due Giare" è stato,in questi ultimi anni,derubricato da molti,troppi,Comuni che ne facevano parte.Invece,in un periodo in cui le risorse a disposizione delle amministrazioni sono sempre più esigue,e, soprattutto sulla scorta della esperienza estremamente positiva maturata dagli stessi enti locali che ne facevano parte, in termini di servizi di qualità resi ai cittadini,la presenza di questo organismo sovracomunale è da tutelare e rafforzare.
Il Comune di Nureci,in questi anni,ha mantenuto un rapporto sinergico con il Consorzio,in vista di ulteriori,determinanti collaborazioni.
Questo è molto importante.







Detto questo,da avventore del bar dello sport di Nureci,mi iscrivo anch'io alla competizione elettorale prossima ventura,auspicando di potermi confrontare con altri avventori dello stesso bar.
Come ho detto in apertura, negli anni in cui si svolgono i campionati del mondo di calcio, al bar dello sport ci si scopre essere tutti allenatori.E ora,analogamente,in periodo elettorale comunale,ci sentiamo tutti sindaci,ovviamente sempre al bar dello sport,in questo caso di Nureci!
In fondo,che male c'è?
Ad maiora!

domenica 13 febbraio 2011

Eros ramazzotti Un'altra te con testo.Dedicata a mia moglie!

Il fascino di un libro


C'è una canzoncina dello Zecchino d'Oro,titolata "Il topo con gli occhiali",che mia figlia di 17 mesi conosce e canta dalla prima all'ultima parola che è un'inno alla lettura,una esaltazione del ruolo fondamentale del libro.
Ieri pomeriggio,nell'aula consiliare del Municipio di Nureci,si è tenuta la presentazione,da me organizzata, del bellissimo libro "L'Arcano Minore", della giornalista Stefania De Michele.
Intanto,è stato un fantastico pomeriggio!
In una sala gremita all'inverosimile,con molte persone che,non avendo trovato posto,si sono assiepate nell'androne adiacente,i qualificati relatori,che hanno affiancato l'autrice in questo pomeriggio culturale,hanno contribuito a rendere ancora più affascinante la presentazione.
Ho coordinato i lavori con un piacere estremo,derivante dalla consapevolezza che anche nei nostri piccoli paesi c'è "fame" di cultura,e ce n'è molta!
Le nostre sono piccole comunità che,per via dell'isolamento e del progressivo, inarrestabile spopolamento,che ha poi determinato lo smantellamento sistematico dei servizi essenziali,vedi scuole,sportelli postali,banche,farmacie,etc,soffrono di un male che,da chi non conosce la nostra gente,potrebbe essere definito incurabile:la rassegnazione!
In realtà non è così.
E lo hanno dimostrato dati alla mano,in modo eccellente,i sindaci e gli amministratori presenti.
Lino Zedda,sindaco di Baradili,piccolissimo paese-gioiello del territorio,in qualità di Presidente del Consorzio Turistico delle "Due Giare",ha,con grande competenza,relazionato sul ruolo e sull'importanza strategica di un organismo sovracomunale nello sviluppo culturale e turistico della zona.
Roberto Scema,giovane,preparato e stimato sindaco di Villaverde,nonchè consigliere provinciale del collegio,ha detto, parlando delle qualificanti iniziative da lui poste in essere per tutelare e promuovere la diffusione della lettura,vedi la presentazione di "Accabadora" di Michela Murgia e di "Stirpe" di Marcello Fois nel suo Comune,che anche attraverso il suo ruolo di docente di lettere,fa i conti con quella che è la difficoltà oggettiva a far apprezzare ai giovani studenti il piacere e l'importanza della lettura.
La dirigente scolastica Annalisa Frau ha,dal canto suo,sottolineato il ruolo inderogabile della scuola nella formazione delle giovani generazioni e,in specie, nell'educazione alla lettura,citando,in proposito,un'importante progetto che l'istituto che presiede sta portando avanti con successo,in un epoca in cui internet e i social network la fanno da padroni.
Infine la protagonista della serata.
Stefania De Michele ha affascinato e deliziato la platea raccontando perchè ha scritto questo libro su una delle donne più importanti della nostra storia sarda.Un ritratto davvero inedito sulla giudicessa d'Arborea.Un libro insolito e per questo bello,documentato come pochi,un racconto coinvolgente del medioevo sardo.Tra le altre cose merita una menzione particolare l'illustrazione di quella parte della Carta de Logu che,già in un epoca così lontana,introdusse la differenza tra dolo e colpa nella sanzionabilità di un reato.Davvero un gran ritratto di Eleonora d'Arborea,dal quale emerge la figura di una donna che si può certamente definire statista.
Complimenti Stefania,e grazie per averci regalato questo splendido pomeriggio!
Citavo,in apertura, la canzoncina "Il topo con gli occhiali",la preferita da mia figlia.Tra le altre cose dice:"...i libri sono ali che insegnano a volare...sono vele che fanno navigare...sono inviti a straordinari viaggi...con mille personaggi l'incontro sempre c'è...Evviva la lettura comincia l'avventura..."

Eh si,davvero evviva la lettura!


P.S.
Un grazie particolare a tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita dell'evento.
Un grazie ancora più particolare a mia moglie Annalisa che,con il suo entusiasmo,la sua passione e la sua competenza mi supporta anche in queste iniziative.

venerdì 11 febbraio 2011

Definito il Piano Provinciale di Dimensionamento Scolastico.


Al termine delle assemblee territoriali tenutesi a Ghilarza, Ales, Oristano, Flussio, dopo i due incontri con i Dirigenti Scolastici delle Scuole Medie Superiori e la Conferenza plenaria Provinciale dello scorso 8 febbraio, l'Assessorato Provinciale alla Pubblica Istruzione ha definito il Piano di Dimensionamento Scolastico 2011-12, che sarà ora inviato in Regione per la sua approvazione. Il documento ha fatto proprie le Linee Guida emanate dalla Regione attraverso la Delibera n. 46/67 del 30/12/2010 ma soprattutto, quanto disposto dalla Riforma Gelmini.
<>, afferma l'Assessore Provinciale alla Pubblica Istruzione Serafino Corrias, <>, continua Corrias, <<è stato allora definito un Piano sostanzialmente equo e condiviso nel quale vengono in primo luogo salvaguardate e mantenute tutte le Autonomie Scolastiche presenti attualmente in provincia.>>




Nessun taglio dunque, nel pieno rispetto del principio solidaristico contenuto nelle Linee Guide e proposto dalle Province, secondo il quale i grandi Centri potevano cedere qualcosa a quelli più piccoli dove erano presenti delle criticità. Per quanto concerne la Scuola Primaria, seguendo sempre le Linee Guida della Regione, si è cercato ovunque di andare al superamento delle pluriclassi. Sono da apprezzare le soluzioni proposte in questo senso da diverse Amministrazioni Comunali, anche se in tanti casi resta aperto il problema delle pluriclassi per le quali l'ultima parola sulla loro sopravvivenza è rimandata alle decisioni della Regione e dell'Ufficio Scolastico Regionale.
<>, aggiunge l'Assessore provinciale, <<è presente, così come avevamo garantito a quel territorio, la richiesta di istituzione dell'Istituto Globalizzato di Laconi che comprenderà gli studenti del Comprensivo e del Classico di Laconi>>.

Per quanto riguarda invece le Scuole Medie Superiori, sono state inserite tutte le richieste di nuovi Corsi, in linea con l'Ordinamento Scolastico vigente. Nel documento inviato alla Regione, sono inoltre presenti alcune importanti istanze delle quali la Provincia si fa carico interpretando le indicazioni scaturite nei diversi incontri ed assemblee. In particolare, è stato chiesto all'Assessorato alla Pubblica Istruzione un impegno forte per il mantenimento degli organici attuali tenuto conto che il territorio in questo senso ha già subito negli anni scorsi grossi ridimensionamenti. All'Assessorato ai Trasporti, si chiede invece un impegno per concedere dei contributi finalizzati al trasporto degli alunni per le Amministrazioni comunali ”virtuose” che hanno deciso di accorpare le scuole con i paesi vicini.
<>, conclude l'Assessore Corrias, <>.

Ecco comunque le proposte di razionalizzazione inserite nel Piano Provinciale:

SCUOLE PER L'INFANZIA, ELEMENTARI E MEDIE
A seguito delle proposte presentate dagli enti locali intervenuti nelle assemblee zonali ed allegate al presente atto per farne parte integrante e sostanziale e di quanto sopra esposto, si propone il mantenimento di tutte le autonomie esistenti e dei punti di erogazione del servizio con le seguenti variazioni:

Istituto Comprensivo Laconi
L’Istituto di Laconi ha la particolarità di essere un Istituto comprensivo interprovinciale che ospita gli studenti di Nuragus e Genoni.
Attualmente sottodimensionato (297 alunni), essendo Laconi inserito nell'elenco dei Comuni montani, si chiede la trasformazione dello stesso in Istituto Comprensivo Globale accorpando allo stesso il Liceo Classico, attualmente sezione staccata del Liceo di Isili al fine di permettere di avere i numeri necessari al mantenimento dell'autonomia. Si coglie l'occasione per evidenziare l'esigenza di superare l'anomalia dettata dal conflitto di competenza tra gli Uffici scolastici provinciali di Nuoro e Oristano, inserendo Laconi nell'ambito di competenza dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Oristano.



Istituto Comprensivo San Vero Milis: (445 alunni)
Vista la nota congiunta dei Comuni di San Vero Milis, Narbolia e Zeddiani, si chiede il mantenimento dei seguenti punti di erogazione:

•San Vero Milis e Zeddiani per quanto riguarda la Scuola dell'Infanzia;
•San Vero Milis e Narbolia per quanto riguarda la Scuola Primaria, accorpando gli alunni di Zeddiani alle classi di San Vero Milis;
•San Vero Milis, Narbolia e Zeddiani per la Scuola Secondaria di Primo grado, accorpando dieci alunni di San Vero Milis che frequenteranno la prima classe a Zeddiani consentendo il mantenimento di tutti e tre i punti di erogazione.
Istituto Comprensivo Samugheo: (346 alunni)
Con nota del Comune di Allai prot. n. 268/11 del 07 febbraio 2011, l'amministrazione esprime la volontà di far frequentare gli alunni della scuola Primaria residenti nel Comune presso la scuola Primaria di Samugheo, sopprimendo di conseguenza il punto di erogazione della sola scuola Primaria nel Comune di Allai e garantendo, nel contempo, la permanenza della scuola dell'Infanzia.

Istituto Comprensivo Ardauli
In accoglimento dell'istanza presentata dai Sindaci dei Comuni di Busachi e Fordongianus, si propone il superamento delle pluriclassi nei Comuni con un accordo che consenta di garantire la presenza delle istituzioni scolastiche in entrambi paesi, localizzando la Scuola Primaria presso il Comune di Fordongianus e la Scuola Secondaria di Primo Grado nel Comune di Busachi.



SCUOLE SUPERIORI
In virtù dell'applicazione del principio solidaristico si propone il mantenimento delle autonomie scolastiche esistenti e, in ottemperanza alla Tabella di confluenza degli indirizzi scolastici dal vecchio al nuovo ordinamento, l'istituzione dei seguenti nuovi indirizzi e corsi di studio:

Istituto Istruzione Superiore Bosa
Mantenimento delle autonomie scolastica e istituzione dei seguenti nuovi indirizzi di studio:

•opzione Scienze Applicate per il Liceo Scientifico;
•sulla base del DPR n. 88 del 15/03/2010, attivazione dell'indirizzo Tecnico Nautico.
Istituto Istruzione Superiore Ghilarza
Si chiede il mantenimento dell'autonomia per la particolarità del territorio e per il particolare valore e alla strategicità che riveste la presenza di un polo di istruzione secondaria nel combattere lo spopolamento del territorio.



Istituto Istruzione superiore Terralba-Mogoro-Ales
Mantenimento dell'autonomia e richiesta dell'istituzione dei seguente indirizzo di studio:

•opzione Scienze Applicate per il Liceo Scientifico.
Liceo Classico “De Castro”Oristano.
Mantenimento della autonomia scolastica.

Liceo Scientifico “Mariano IV” Oristano.
Istituzione del seguente nuovo indirizzo:


•opzione Scienze Applicate per gli studenti iscritti al primo anno.
Istituto Magistrale “B. Croce”Oristano
Mantenimento dell'autonomia scolastica con attivazione del seguente indirizzo di studio:

•istituzione del Liceo Musicale.
Istituto Tecnico Industriale “Othoca” di Oristano
Mantenimento dell'autonomia con le seguenti variazioni e istituzione del nuovo indirizzo di studi:

•chiusura delle iscrizioni agli studenti del primo anno per l'opzione “Scienze Applicate” e completamento dei corsi già in essere, sino a naturale completamento del ciclo di studi;
•istituzione dell'indirizzo Chimica dei materiali e biotecnologie ambientali.
Istituto tecnico commerciale “Sergio Atzeni” di Oristano
Mantenimento dell'autonomia e della attuale articolazione dei corsi.

Istituto Istruzione Superiore “L. Mossa + F. Brunelleschi”di Oristano
Mantenimento dell'autonomia e della attuale articolazione dei corsi.

Istituto Istruzione Superiore “Contini + G. Galilei”di Oristano
Si propone il mantenimento dell'autonomia scolastica e l'istituzione del seguente indirizzo:

•indirizzo ottico.
Istituto Professionale Statale I.P.A.A. “Don Deodato Meloni”di Oristano
Mantenimento dell'autonomia scolastica e istituzione dei seguenti indirizzi di studio in applicazione della riforma degli Istituti Superiori:

•Servizi commerciali con possibilità di conseguire le qualifiche in “operatore Amministrativo-Segretariale”, “Operatore dei servizi di vendita” e “Operatore dei sistemi e dei servizi logistici”, nonché il conseguimento del diploma di “Tecnico dei Servizi Commerciali”;
•Istituto tecnico “Agraria, Agroalimentare e Agroindustria”.


Figuranti e Barbablu


Concita De Gregorio


Abbiamo scritto molte volte che il veleno letale sarebbe stato nella coda. Che il pericolo sarebbe stato tanto più grande quanto più forte la paura della fine. La malattia del Caimano - la solitudine, l’orrore dell’impotenza, il delirio di onnipotenza e la violenza di chi sa solo corrompere e comprare, la protervia triste di chi non conosce la gratuità dei piaceri né dunque dell’Amore, qui solo un logo depositato, comprato anche quello - non prevede un’uscita di scena responsabile, non ci sono gesti di altruismo né di compassione in questa storia, non ci sono sentimenti che non siano la rabbia e il privato furore di rivincita. Che la storia sia all’epilogo, per quanto lungo ancora possa essere, lo si deduce senza possibilità di errore dalla frenetica chiamata alle armi di vassalli e valvassori, di scudieri e scriba, di figuranti e barbablù tutti al soldo dell’impresario mangiafuoco, tutti sull’attenti a prendere ordini e ciascuno per la sua parte ad eseguire: intelligentissimi, alcuni, autentici genii della storia patria il cui contributo intellettuale al progresso del Paese si è purtroppo ridotto alla messa in scena di alcuni numeri da circo, oltretutto ciclicamente gli stessi. Molto meno brillanti, altri, ma utili anche loro a reggere code e microfoni: devoti in specie quelli pagati dalla collettività, eletti negli euro o nei micro parlamenti, nominati nelle tv pubbliche, portati in volo sull’aereo del padrone o in subordine rimborsati in nota spese a piè di lista. Il Tg1 della sera, in apertura, ha ceduto ieri per un quarto d’ora la parola ad un giornalista reduce dal consiglio di guerra nello studio privato del Signore: opportunamente “briffato”, come dicono le ragazze beneficiarie di altri seggi in cambio della tenacia con cui vincono l’impulso a vomitare, il giornalista ha opportunamente riferito agli italiani. Nei giorni precedenti si era divertito ad allestire un numero di madri contro figlie, femministe di ogni classe d’età, a distribuire etichette di beghine e puttane per il gusto estetico, immagino, di godersi il suo stesso spettacolo. Oltre che per rendere un servigio, certo. Nelle stesse ore altri servitori con alti e altissimi incarichi annunciavano, dopo la promessa del Capo di far causa allo Stato, appelli alla corte dei diritti umani, tribunali internazionali, presto forse Amnesty international. Altri uomini di fatiche scrivevano l’ultimo e più appropriato testo di legge per mettere al riparo il principale da ogni tipo di processo: scudo totale.



L’epilogo del Caimano, quando uscì nelle sale, sembrò ad alcuni eccessivo. Era una profezia gentile, invece. Ce ne parla oggi Nanni Moretti: il presente è già peggio di così. L’asserragliato anziano leader ha disposto che quel film non passasse in tv, la Rai ha eseguito. Deve aver visto “Le vite degli altri”, invece, l’altra sera: ecco da dove ha tratto ispirazione per l’ultimo discorso da statista. Sarebbe un’interessante battaglia fra cinefili se non fosse, tragicamente, la vita vera di un paese reso ridicolo, ingannato, stremato. Attenzione, perché non è ancora finita. Sono capaci di fare qualunque cosa, hanno tutto da perdere, e la faranno.

martedì 8 febbraio 2011

Ma ieri ad Oristano cosa avranno voluto dire?


Emiliano Deiana-Luca Mereu

Almeno non l’hanno fatta a Tramatza, ma sarà la Direzione della svolta? Speriamo.

Si deve decidere se il Pd deve vivere o morire. E allora è meglio morire a Oristano piuttosto che nell’Autogrill di Tramatza che quell’arancione non si può vedere davvero. Non vorremmo essere nei panni di Silvio Lai e manco di Franco Marras.

Li abbiamo invitati ad essere coraggiosi, a non nascondere la polvere sotto lo zerbino che se ci nascondi Paolo Fadda con quei capelli incanutiti rischia di pulire tanta di quella cacca dalle scarpe democratiche che non ti dico, che se lo merita anche se è per quello. Abbiamo consigliato al segretario di dire la verità, di non nascondere le spaccature e se fosse il caso anche ad accentuarle. Meglio una scissione oggi che una morte per consunzione domani. Ma eccoli quei due: Paolo Sanna ed Emanuele Fadda. No, Paolo Fadda ed Emanuele Sanna. I grandi amici dell’amico George: dai tempi dell’Università, dai tempi della Fuci. Hanno fatto ridere mezza Sardegna coi buoni pasto della mensa universitaria. Si, proprio loro la sommatoria di Dc e Pci all’interno del Pd che vogliono allearsi con l’Udc con la benedizione di qualche incappucciato della Loggia locale. Hanno ammazzato Pablo (e pure Antonello Cabras), Pablo è vivo. Antonello così, così. Guarda, guarda che sguardo di fuoco hanno lanciato a Franco Marras: se non la smette di scrivere su Facebook lo deferiscono ai probiviri del Pd.

Gente specchiata, questi probiviri del Pd: il più onesto ha una condanna per lobbyng.

Quella è la Valentina di Crepax? Si, è lei. L’ha voluta il democristo alla Presidenza: ha minacciato di far cadere Silvietto due giorni dopo la sua elezione. E come al solito l’ha avuta vinta. Mi auguro che Silvio – consigliato dal sagace Marras – abbia il coraggio di dirgli: quella è la porta, prova a farti portare in Parlamento dall’amico George, se ti riesce. Già, non Crepax se glielo dice!

Millo, mì: è il momento di Chicco Porcu quello che vede il futuro una volta che il futuro si è già palesato. E poi Giuseppe Cuccu che spiega perchè si son perse le primarie a Cagliari parlando del metodo Boffo usato da Rosarossa nei confronti dei margheriti (sic!). E ancora Caterina Pes, Guido Melis (ottimo!), Giacomo Spissu (mmm!), Siro Marroccu che probabilmente porta ancora i parastinchi, una Francesca Barracciu sotto bromuro, Marco Espa che nel suo intervento non smette mai di scuotere la testa e Marco Meloni finalmente - finalmente? - di ritorno dalle sue mirabolanti avventure capitoline.

Prende la parola Emanuele Sanna: a questo punto, metti che dica qualcosa di ragionevole. Lo so anch'io che è improbabile. Ma metti che. Come fai a dargli ragione davanti a tutti?

Ancora il segretario Silvio Lai per la contro-replica finale che parla di “...riscrivere le regole se non le rispettiamo...” (una specie di legge della giungla declinata al politichese?) - e di “...lasciare gli spazi individuali di conservazione...” (vorrà far presentare dai parlamentari sardi del PD una proposta di legge per la tutela integrale degli degli ex-Ds, ex- Margherita, ex-Progetto Sardegna?). Caro Silvio sappiamo tutti che t’hanno messo una bella patata bollente fra le mani: ma da te dopo tante mazzate vogliamo sapere se accetterai finalmente il rischio di morire in battaglia oppure – per citare Portos – “da vecchio, a letto, nel proprio piscio”. Il folto pubblico sonnecchia. Ma poi improvvisamente al solo nominare la parola ANCI con il segretario che dice che il partito non ha dato indicazione sul nome del presidente, Paolo Fadda, Giuseppe Cuccu e Cesare Moriconi si svegliano dal torpore, partono per la tangente, come Terminator si ricordano per cosa sono stati programmati e urlano un sibillino "Questi non erano i patti!" lasciando la sala infuriati. Con sommo sollievo del resto dei presenti in sala, parrebbe.

Immaginateci con la faccia di Nuzzo&Di Biase mentre pensiamo: "Ma cosa avranno voluto dire?".

Alla scena pietosa ci è venuta in mente la perifrasi di un vecchio pensiero di Mao di sessantottina memoria incrociato a un bignami del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa: "Quando ti stanno sodomizzando, non muoverti, fai il gioco dell'avversario". Tanto pietosa che ci ha fatto rimpiangere i gloriosi tempi di Tramatza.

Nonostante quell'arancione.



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Cambiare radicalmente passo.Una proposta per rilanciare il PD sardo.


Guido Melis

Vorrei iniziare questo breve intervento esprimendo la mia solidarietà ad Antonello Cabras. E’ noto che in passato non siamo stati sulla stessa posizione, ma ritengo che costituisca un fatto gravissimo il modo in cui Antonello è stato prima proposto quasi all’unanimità come candidato a sindaco di Cagliari e poi, con tutta evidenza, abbandonato da coloro che lo avevano proposto, sino ad incorrere in una umiliante sconfitta alle primarie.

Detto questo osservo subito:

1) che il modo della designazione del candidato era evidentemente sbagliato, perché – come quasi tutte le decisioni che riguardano il nostro partito in Sardegna –è avvenuto in un caminetto e non nel corpo vivo del partito, coinvolgendo i suoi militanti;

2) che forse anche la persona, al di là dei meriti di Cabras che qui non discuto, era sbagliata, perché riproponeva una vecchia gloria del partito, in politica ormai dai primi anni Ottanta (quanto fa in decenni: trent’anni?), con un palmarès di incarichi prestigiosissimi, ma..ma appunto questo è la debolezza: che non è più tempo di vecchie glorie, anzi che le vecchie glorie dovrebbero farsi da parte. Il Pd dovrebbe capire (lo dico anche guardando al gruppo dirigente nazionale e ai suoi limiti) che i cittadini che guardano a noi vogliono aria nuova, facce nuove, esperienze nuove, parole e linguaggi nuovi.

Non si tratta di iscriversi ai rottamatori (termine orrendo, del quale diffido profondamente) ma di comprendere che le classi dirigenti hanno una durata, esaurita la quale deve intervenire un ricambio. Non solo generazionale, ma di freschezza ideale, di capacità di leggere meglio quel che di nuovo si muove nella società. C’è un tema, nel Pd e io dico in generale in Italia, che non possiamo trascurare di considerare: ed è la necessità per questo paese di un ricambio radicale delle classi dirigenti.

In questo episodio di Cagliari ci sono dunque molte responsabilità, e nessuno se ne può chiamare del tutto fuori. Ma è ovvio che le responsabilità maggiori ce le ha, come è giusto che sia, chi dirige il partito, a Cagliari e in Sardegna.

Ed è questo, il punto cruciale che mi interessa.

Il Pd in Sardegna è nato male, malissimo. Senza un’organizzazione degna di questo nome. Come un aggregato di gruppi e correnti che hanno continuato a esistere in quanto tali, senza mai sciogliersi nel partito. Governato non da chi istituzionalmente ne ha il compito ma da sedi extra-istituzionali, camere segrete nelle quali si accordano tra loro i capi delle correnti.

E non di tutte le correnti, se mi consentite: perché c’è chi decide di più e chi decide di meno; e c’è chi non decide nulla.

La vita del Pd alla base è praticamente inesistente. Nessuna possibilità di incidere dal basso sulle decisioni di vertice. Nessuna reale partecipazione. Abbiamo tanti bravi militanti. Che non contano nulla.

Pochi dati. Il tesseramento 2010, in molti posti è a zero. A Sassari, che pure dovrebbe essere una situazione nella quale esiste maggiore unità interna, le tessere si fanno sono nei circoli, ma i circoli sono solo virtuali: non esistono. E ci si oppone strenuamente al progetto del segretario cittadino di creare nuovi circoli come ci chiedono insistentemente i militanti.

Quasi ovunque il partito esiste solo in teoria. Non funzionano i circoli, non funzionano i forum (con tutto quello che sta succedendo sul federalismo si sono perse le tracce del forum sulle riforme istituzionali), le istanze regionali vengono convocate e più spesso sconvocate con sms o mail, sempre puntualmente in ritardo. I deputati fanno il loro lavoro in totale solitudine. Il gruppo del consiglio regionale è spaccato drammaticamente al suo interno. Si fa una festa nazionale sugli enti locali a Cagliari e non c’è un angolo nel quale trovino spazio gli esponenti del Pd che non appartengono alla maggioranza. Il sito regionale del Pd è gestito come se esistesse solo Cagliari e solo una parte del partito. Tutta la politica regionale sembra fermarsi al palazzo della Regione. Non esiste una elaborazione degna di questo nome sul problema cruciale della questione sarda e delle sue prospettive negli anni Duemila. Non esistono laboratori di idee. Non c’è un luogo dove si possa veramente discutere.

Penso che di questo la segreteria regionale debba rendere conto. In tutto questo lungo periodo il partito non ha avuto mai una iniziativa politica coerentemente unitaria, né si è mosso nel senso di recuperare l’unità interna così come era invece nel mandato originario del segretario.

E’ emblematico quello che è accaduto a Nuoro e a Porto Torres, dove i provvedimenti presi successivamente alla presentazione delle liste contrapposte non sono stati minimamente gestiti ma invece lasciati in mano alle istanze locali, con esiti pessimi rispetto al recupero dei militanti temporaneamente usciti dal Pd.

Oggi sono trascorsi i periodi che la direzione aveva fissato per la sospensione delle tessere. Chiedo formalmente che la segreteria, d’intesa con le segreterie provinciali, promuova una seria e coerente azione politica per il pieno recupero di questi militanti, che oltretutto – almeno nel caso di Porto Torres – hanno vinto le elezioni.

Non è tollerabile che su questioni decisive come ad esempio la candidatura di un nostro esponente di punta alla presidenza dell’Anci noi abbiamo due linee e due candidati.

Non è tollerabile che sul punto delicatissimo del federalismo e della nuova autonomia noi tolleriamo al nostro interno posizioni così diversificate da rasentare in alcuni casi la rivendicazione dell’indipendenza territoriale della Sardegna, e che su questo punto decisivo teniamo anche in Consiglio regionale un atteggiamento ambiguo. Qual è la linea, su questo punto fondamentale? Io non lo so. E come me non lo sanno i militanti del Pd.

Non è tollerabile che vi siano casi, anche rilevanti (come è accaduto a Sassari) in cui il nostro partito appare ai cittadini impegnato sino alla morte nella lottizzazione dei posti in enti pubblici e parapubblici, sostenitore di persone spesso screditate di altri partiti, senza alcun rispetto per le norme che abbiamo scritto solennemente nel nostro Codice etico. E quando ne chiedi conto, ti dicono candidamente: “Ma erano i patti tra questo e quel nostro capetto locale. Dobbiamo rispettarli”. Patti? Ma io riconosco solo i patti fatti alla luce del sole e al quale tutti abbiamo potuto partecipare. Il resto sono affari privati.

Vogliamo un partito funzionante tutti i giorni, articolato nelle sue sedi (che devono essere aperte e riconoscibili), coi circoli aperti, con le istanze provinciali attive, con un vertice regionale unitario.

Vogliamo stare nel partito tutti alla stessa maniera, con gli stessi diritti, come dev’essere nella nostra casa comune.

Forse non abbiamo piena consapevolezza della gravità della situazione che viviamo, in particolare in Sardegna. E della serietà dei compiti che ci si prospettano. Non farò qui un’analisi dei problemi sardi. Diamoli per conosciuti, anche se spesso ho la sensazione che il Pd non li conosca.

Ma propongo che da subito si assumano delle decisioni vincolanti per tutti:

a) Lancio di una campagna per la costituzione di nuovi circoli e/o per l’attivazione dei vecchi dove siano oggi praticamente solo sulla carta;

b) Tesseramento di massa, con comitati di garanti super partes, da individuare fuori delle correnti, che ne garantiscano la correttezza a norma di statuto; lotta ai pacchetti di tessere acquistati in blocco dai padrini;

c) Programma minimo, a tempo, di iniziative del Pd su una serie di temi centrali della nostra azione in Sardegna, con mobilitazioni diffuse su tutto il territorio regionale;

d) Azzeramento degli organismi dirigenti provinciali e regionali e loro ricostituzione con la partecipazione di tutte quelle forze interne che intendono collaborare unitariamente alla gestione del partito in Sardegna;

e) Immediata proposta politica pubblica ai militanti destinatari della sospensione delle tessere dopo le scorse elezioni per assicurare il loro rientro nel Pd;

f) Costituzione ovunque di organismi che coinvolgano i cittadini, anche non iscritti, su problemi specifici, allo scopo di creare una vasta rete di associazioni e gruppi esterni che al Pd facciamo riferimento;

g) Revisione delle primarie, che dovrebbero essere profondamente riviste. Innanzitutto, penso che dovrebbero limitarsi ai cittadini che si riconoscono (previa dichiarazione firmata e inclusione in un albo) tra i sostenitori del Pd; poi penso che dovrebbero essere sorvegliate da comitati di garanti super partes; poi mi pare opportuno che si stabilisca una soglia per la loro validità, magari fissandola in rapporto conseguiti dal Pd alle elezioni più recenti. Eviterei le primarie di coalizione, lasciando eventualmente alla trattativa con li alleati la designazione del candidato (ma a quella trattativa porterei il vincitore delle primarie interne).

h) Per Cagliari: inclusione nelle liste di tutti i responsabili principali dei gruppi interni e pieno appoggio alla campagna elettorale del vincitore delle primarie.

Chiedo a Silvio Lai un impegno,formale e sostanziale assieme. Quello di cambiare radicalmente passo. Di mettere la sua energia e la sua intelligenza al servizio esclusivo del processo di rifondazione del Pd.

Il Pd può svolgere un grande ruolo, anche in Sardegna. Ne ha le potenzialità. Può recuperare il terreno perduto. Ma deve ricostituirsi sulla base del vecchio progetto di 4 anni fa.

Basta con le cupole. Basta con le camere separate. Basta con il partito strumentalizzato per le escalation di potere di singoli e gruppi.

Lanciamo una nuova parola d’ordine costituente. Costruiamo il Pd nel movimento di massa, tra la nostra gente, per la ripresa democratica della Sardegna. Ritorniamo, cari amici e compagni, a fare politica.

lunedì 7 febbraio 2011

Siete invitati!

Coraggio


Emiliano Deiana.

Domani ci sarà la riunione della Direzione del Partito Democratico. Non faccio parte di quell'organismo nè dell'Assemblea Regionale, ma sento su di me parte della responsabilità del momento che stiamo vivendo e del passaggio strettissimo che si deve attraversare. A volte questa responsabilità si deve estendere fino a trasformarsi - senza presunzione e con l'umiltà di chi non ha verità da dispensare - in consigli, indicazioni e suggerimenti al Segretario regionale e al gruppo dirigente. Prestare attenzione a tutte le argomentazioni consente a chi è chiamato a fare proposte e trarre conclusioni di poter dare una lettura quanto più completa del mondo della militanza democratica.

Silvio Lai e il gruppo dirigente devono ripartire - senza letture dogmatiche e lasciando da parte torti e ragioni - da alcune semplici verità e da alcune ammissioni di responsabilità. Per chiarezza espositiva saranno riportate sinteticamente per punti:


a) Il Partito Democratico della Sardegna non è mai nato. Non è nato perchè nel 2007 - poco importa stabilire torti e ragioni - si è preferita una prova di forza invece di concentrarsi sulla costruzione dal basso del nuovo soggetto politico. Un soggetto politico che doveva racchiudere tutte le anime del progressismo isolano: dal progressismo di sinistra al popolarismo democratico, dal sardismo identitario al socialismo riformista, dall'ambientalismo ai gruppi laici e radicali. Tutti insieme per sviluppare il più grande progetto di modernizzazione di questo paese e di questa Regione. Ad oggi, quel tentativo, per molteplici responsabilità, non è riuscito. Si sono creati dei gruppi che fanno riferimento a dei fantomatici leaders (alcuni dicono dei capicorrente o capibastone) che hanno come unico obiettivo quello di egemonizzare - alleandosi alternativamente con altri leader in alleanze disorganiche - il Partito. Tutti i militanti, dal più sperduto paese della Sardegna fino a Cagliari, si sono sentiti ingabbiati in guerre intestine che hanno mirato solo a gestire pezzi di potere. Questo è accaduto durante la Segreteria Cabras così come durante la Segreteria Barracciu e il Commissariamento. Non diverse sono state le alleanze che hanno portato il Partito a scegliere - in maniera numericamente consistente, ma politicamente debolissima - il nuovo gruppo dirigente con la Segreteria Lai. Pezzi di socialisti alleati con pezzi di popolari per marginalizzare di Ds; pezzi di Ds alleati con pezzi di Margherita per mettere ai margini i socialisti; pezzi di socialisti e di Ds alleati per sbararre il campo ai popolari. E poi l'alleanza sul livello regionale non trovava corrispondenza nell'alleanza sui territori: in ogni Provincia un'alleanza diversa per garantire meglio il potere delle figure di primo piano di questo o quel territorio. A questo si aggiunga la pessima gestione delle Primarie di Nuoro per le provincili con scissioni, espulsioni ed abiure. Silvio Lai domani, per dovere verso la verità, dovrebbe dire questa semplice verità e chiedere: ora cosa vogliamo fare? Chiederlo a tutti. Silvio Lai dovrebbe chiedere a tutti i leader da Antonello Cabras a Renato Soru, da Paolo Fadda a Emanuele Sanna, da Roberto Deriu a Tore Ladu, da Antonello Soro a Bruno Dettori, da Peppino Pirisi a Franco Sabatini, da Tore Cherchi a Graziano Milia di sciogliere le loro personali consorterie e di concentrarsi sull'originario progetto ispiratore del Pd. Poi spetterà a loro dare delle risposte. Intanto Silvio Lai - ammettendo di essere anche lui nello schema sopra descritto - chieda e sarà già un fatto enorme. Un atto di coraggio supremo che lo qualificherebbe come leader vero.

b) Non c'è mai stata un'azione realmente progressista nè un'azione di innovazione e di rinnovamento dei gruppi dirigenti: questo stato di cose ha determinato un sostanziale blocco dell'azione innovativa e del ricambio della classe dirigente. Non basta mettere dei giovani di belle speranze a gestire circoli o federazioni per attuare il rinnovamento che è così necessario: il metodo dell'Amministratore Delegato funziona poco con le aziende, non funziona per nulla in un Partito. Quei leader hanno investito sui più "fedeli" all'interno del consolidato schema delle alleanze dismogenee che mirano solo ad egemonizzare pezzi di Partito. Ed occorre, altresì, che quei giovani di belle speranze provino a sciogliere una qualche catena, a ragionare fuori dagli schemi e metterci un pò di fantasia e di coraggio.

c) I militanti sono costantemente esclusi dalle decisioni e dalla partecipazione attiva alla vita del Partito. Il terzo passaggio deve essere rivolto verso la normale militanza democratica, una militanza sempre più stanca, disillusa e depressa. L'appello del Segretario anche qui deve essere rivolto al coraggio. Un coraggio che deve invadere tutti i militanti per dire, finalmente, ai nostri dirigenti che le loro guerre non sono le nostre. La nostra guerra, quella vera, quella utile, è la guerra per costruire un Partito che serva davvero alla Sardegna. Un partito che assorba le istanze che salgono prepotenti e silenziose dalla società e le trasformi in “utopie concrete”, in fatti concreti che migliorino la qualità della vita delle persone, che contrastino le disuguaglianze, che affermino diritti vecchi e nuovi. Se facciamo questo sono convinto che il corpo vivo del Partito troverà al suo interno le ragioni vere dell’unità e della concordia che si basino sui valori ideali e non sull’appartenenza a gruppi o gruppetti, anche perché, come diceva qualcuno, “la vera libertà non sta nello scegliere fra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta obbligata”. Sottraiamoci alle scelte di altri, che non ci appartengono e troviamo davvero la via che porti alla costruzione del Partito Democratico in Sardegna. Una via che aiuti a costruire migliaia di nuove agorà, luoghi dove la democrazia si esercita realmente, una “democrazia di periferia” che innervi la nostra regione, paese per paese, luogo per luogo, strada per strada, quartiere per quartiere. Una via autenticamente autonoma e libera da condizionamenti estranei alla stragrande maggioranza dei militanti democratici. Una via che ci consenta davvero di rappresentare per la società sarda l’alternativa alla destra del malaffare e del malgoverno.

d) Non si è mai analizzata l'esperienza di Governo di Sardegna Iniseme. Il quarto passaggio deve contribuire ad aprire un confronto serio che ha ancorato il Partito verso il passato: il Partito nel suo complesso, né negli organismi dirigenti né nel dibattito pubblico, abbia mai affrontato con serietà l’analisi dell’esperienza di Sardegna Insieme dal 2004 in poi. Siamo solo stati capaci di creare gruppi ultrà, ma senza approfondire cos’abbia significato quell’esperienza di governo per i sardi e la Sardegna, come abbia influenzato concetti altissimi come quelli dell’Autonomia, della Sovranità o dell’Indipendenza, cos’abbia determinato in relazione al rapporto uomo, economia e ambiente, come abbia influito sugli interessi collettivi e su quelli soggettivi, su come abbia tentato di invertire il vortice centripeto che porta alla desertificazione umana delle aree rurali della Sardegna, come si sia posto nell’affrontare disuguaglianze nuove e vecchie che squassano la nostra società. Non c’è stato questo dibattito e se ne pagano ancora oggi le conseguenze. Il dibattito si è drammaticamente arenato nell’impedire la ricandidatura di alcuni Consiglieri regionali che avevano fatto due Legislature consecutive e sulla pressapochistica analisi che “le cose che la Giunta Soru ha fatto erano giuste, era il metodo sbagliato”.

e) L'analisi delle Primarie di Cagliari. Il quinto passaggio è il più pericoloso, ma non può essere rinviato e riguarda la lettura critica delle recenti Primarie di Cagliari. Il Segretario Regionale dovrebbe richiamare tutti al senso di responsabilità perchè il risultato delle elezioni cagliaritane non è affatto scontato a favore del centrodestra. Deve chiedere a tutti i big di mettersi in gioco candidandosi nella lista del Pd: da Soru a Cabras, da Chicco Porcu a Espa, da Moriconi a Paolo Fadda ed Emanuele Sanna per sostenere al meglio il candidato del Centrosinistra Massimo Zedda. Solo così si capirà se è stato il disimpegno e il pedigree del candidato che hanno determinato la sconfitta alle Primarie del 30 gennaio oppure giochi di potere che contrastano con l'adesione e la militanza all'interno del Partito Democratico.

f) Ritornare allo spirito originario del Partito Democratico. Il sesto passaggio deve essere rivolto alla minoranza congressuale affincgè assuma un'atteggiamento di responsabilità di fronte al difficile passaggio che il Partito attraversa nel cruciale passaggio dell'implosione del potere berlusconiano. Un atteggiamento di responsabilità che - sia chiaro - non mira affatto a mantenere le cose come stanno e a consolidare la posizione di Silvio Lai in quanto Segretario, ma a porre le basi per il vero e autentico ritorno allo spirito originario del Pd:


Il Partito che tanti come me, che hanno iniziato a fare politica con l’Ulivo, volevano contribuire a costruire sarebbe dovuto essere un partito riformista, ma non moderato, un partito che cerca sempre il dialogo, ma che rifiuta il compromesso. Un partito laico, progressista, aperto, solidale, etico, includente, fieramente antifascista, popolare, di massa.

Un partito che attraverso la promozione del bene collettivo esalta i singoli talenti individuali. Un partito che non pensa che la sua unica funzione sia quella di amministrare il potere, ma quello di porsi come guida culturale e morale di questo paese. Un partito che mira a riunificare una nazione devastata dalla grande anomalia del berlusconismo e dalle forme nuove di fascismo strisciante.

Un partito che dialoga con la Chiesa, ma che pretende in maniera chiara e netta l’autonomia e la laicità dello Stato. Un partito nuovo che promuove forme di partecipazione aperte per la formazione dei quadri dirigenti. Un partito maggiormente colorato di rosa, con una presenza forte delle donne al proprio interno e nelle candidature alle cariche elettive.

Un partito con una leadership scelta dal basso e non da pochi notabili. Un partito che dia serenità e la sicurezza al cittadino elettore che il bene collettivo non si contrappone al bene personale, ma lo esalta e lo integra. Un partito che mette al centro del proprio orizzonte politico il lavoro, la sua promozione e sicurezza. Un partito che sia portatore dei valori della pace e dell’amicizia fra i popoli.

Un partito che lotta realmente contro tutti i fenomeni criminali e mafiosi rifuggendo come la peste da qualsiasi ipotesi di “pacifica coesistenza”. Un Partito che abbia l’Europa come centro e motore delle proprie politiche.

Come ho detto nella premessa sono consigli disinteressati propio perchè vengono da chi è molto interessato alla sopravvivenza del Partito Democratico sardo. Solo se la Direzione (e una prossima Assemblea Regionale) risponderanno a queste sollecitazioni credo che il progetto originario possa riprendere vigore e forza. Se si saltasse - ma è possibile anche che mi sbagli - anche solo uno di questi passaggi rimarremmo ancorati al passato, alle vecchie divisioni e ai vecchi schemi. E il risultato sarebbe l'implosione non tanto del modello della destra, ma del Progetto del Partito Democratico, del Partito dei progressisti sardi e italiani.

martedì 1 febbraio 2011

I neocatecumenali del PD


Emiliano Deiana

Questa ennesima Nota sulle Primarie cagliaritane mira a dire poche cose. A me chi perde (in qualsiasi competizione) fa sempre una certa tenerezza, anche quando a perdere è un vecchio volpone come Antonello Cabras che, visto come sono andate le cose, tanto volpe non dev'essere.

A mio giudizio andrebbe osservata con la lente di ingrandimento la presunta voglia di rinnovamento del popolo del centrosinistra. Già definirlo "popolo" mi sembra un'enormità, diciamo il "paesotto" del centrosinistra che va meglio, molto meglio!

Difatti 5.700 elettori sono pochini per una competizione come quella per la designazione del candidato a sindaco per il centrosinistra a Cagliari. Sono pochissimi se si pensa che a Carbonia hanno votato più o meno 5.000 persone. Già questo dato dovrebbe far riflettere e parecchio.

Partiamo (o ripartiamo) da Antonello Cabras per il quale non nutro nè una particolare simpatia politica (pur riconoscendone le indubbie capacità), nè una particolare avversità. Sulla carta Cabras contava sul sostegno di tutto il Partito Democratico: da Silvio Lai a Emanuele Sanna, da Renato Soru a Paolo Fadda, da Siro Marroccu a Graziano Milia, da Marco Espa a Chicco Porcu e chi più ne ha più ne metta. Alcuni hanno discettato sul metodo di designazione del candidato, ma le fratture (possibili) sono state ricomposte alla meglio. Così all'apparenza, naturalmente.

Quello che più dava all'occhio cos'era? L'appoggio di Renato Soru al suo ex pigmalione e poi avversario, nel 2007, alla guida del Pd sardo. Molti "soriani" doc hanno storto il naso e si sono allineati; molti altri adepti della scuola dell'uomo di Sanluri lo hanno abbandonato al suo destino appoggiando in maniera esplicita Massimo Zedda. Quando ci sono Primarie di coalizione sono cose da mettere in contro, mica siamo in caserma.

Ma questa è solo l'apparenza. Poi ci sono due (o tre) esponenti di primissimo piano del Pd cagliaritano e/o regionale che non parlano mai, Non si sa cosa pensano, non si sa quali logiche (se non il perpetuare del proprio personalissimo potere) seguano, di quali persone si circondino: Paolo Fadda ed Emanuele Sanna. Uno democristianissimo e l'altro comunistissimo (forse migliorista o giù di lì). La mia anagrafe non mi consente di ricostruire per filo e per segno i percorsi delle loro avventurose e silenziosissime carriere, ma il modus operandi è facilmente ricostruibile.

Loro agiscono nell'ombra, tessono alleanze, hanno rapporti con "i" poteri che a Cagliari sono più forti: non necessariamente legati al mattone o alla medicina. Sempre in silenzio. Poi qualche loro epigone di provincia qualcosa la sbrocca e allora si inizia a ragionare e a capire. E che forse quello che appare una "rivoluzione" contro il socialdemocratico Cabras non è poi quella rivoluzione che sembra. Non è quella rivoluzione dei garofani nè quella delle Piramidi, diciamo. Forse è una restaurazione, piuttosto.

Ma andiamo avanti nel ragionamento: dicevamo di alcuni loro epigoni che qualcosa se la lasciano sfuggire o per qualche birretta di troppo o per il vizio di scrivere sonore minchiate su Facebook. E nei mesi scorsi avanzava l'ipotesi di Fantola candidato a Sindaco di Cagliari col sostegno del Partito Democratico. Fantola il custode del Potere cagliaritano sempre uguale a se stesso. Un potere figlio delle famiglie più potenti e ricche della città che hanno sempre deciso sindaci, consiglieri regionali, deputati, consigli di amministrazione, consorzi industriali. Un potere del soldo prima ancora che politico, un potere che usa la politica per rafforzarsi. Un potere gestito come una setta, come i catecumenali nella Chiesa. Una setta che battezza con l'olio il rappresentante del Potere di Cagliari, colui che lo riceve in delega e che deve rispondere sempre alle stesse logiche e agli stessi giochi di sempre. Un potere che si fonda sulla fedeltà e sul silenzio. Sulla fratellanza e sull'obbedienza. Sul monopolio dell'economie, sul mattone, sulle cliniche, sulle designazioni dei primari.

E allora una volta bocciata l'ipotesi del sostegno esplicito del Pd al candidato Fantola occorreva aggirare l'ostacolo trombando il candidato del Pd alle Primarie (Cabras), facendo addossare la colpa sul più probabile mandante di quell'affossamento (Soru). Trombandolo, naturalmente, col metodo più vecchio del mondo: non muovendo un dito in campagna elettorale!

Una manovra degna di un libro di Simenon: uccidere la vittima sacrificale per far addossare la colpa su colui che aveva più motivi (e nessun alibi) per ucciderlo. Geniali!

Una volta sconfitto Cabras e designato un candidato debole (con tutto il rispetto per Massimo Zedda) la strada di Fantola - col sostegno mascherato di una parte del Pd - è in discesa. I necatecumenali del Pd potranno agevolare ancora e sempre la loro setta, ingrossarne le fila e perseguire interessi che sono del tutto estranei da qualsiasi logica interna al gioco democratico.

Per questo motivo la lettura che la vittoria di Massimo Zedda è la vittoria della rivoluzione dei garofani è parziale se non sballata. Quella è la vittoria di un tentativo (che siamo ancora in tempo ad evitare) di una restaurazione. Non per colpa di Massimo Zedda naturalmente, nè per colpa di coloro che l'hanno sostenuto. E maggiormente hanno toppato - a mio avviso - coloro che, pur appartenenti al Pd ("soriani" e non) hanno votato e sostenuto altri candidati. Hanno sbagliato in buona fede non inquadrando in maniera esatta nè la posta in palio nè il terreno sul quale si giocava questa sfida. Ma non tutto è perduto: il peggiore errore che potranno fare i "cabrasiani" e Cabras e Soru in prima persona è negare il loro sostegno a Massimo Zedda. Anzi: devono candidarsi come capolista del Pd Cabras e capolista di una lista di sostegno al sindaco Soru. Solo così potremo avere la speranza di sconfiggere un tentativo così arrogante e parallelo di restaurazione, fuori e dentro il Pd. Perchè non è vero che l'alchimia, che i componenti chimici non si siano mai saldati all'interno del Partito Democratico sardo. Si sono saldati il Cesio 137 democristianissimo e l'uranio impoverito comunistissimo. La miscela, come si vede, è esplosiva e provoca la morte immediata anche dei volponi più furbi della galassia democratica. E il prossimo che viene e mi dice che Cabras è una volpe gli sputo in un occhio. Al confronto di quei due è una illibata verginella.

Il PD,cronaca di un autogol annunciato.


Anthony Muroni.

Il colpo è stato pesante. E il Pd cagliaritano non si rialzerà tanto presto. Soprattutto perché a essere sconfessato non è stato solo un personaggio del peso di Antonello Cabras ma un’intera strategia. L’idea di riunire tutto e tutti si è mostrata suicida e non resterà senza conseguenze.

Chi conosce bene il senatore di Sant’Antioco sa che ha vissuto la candidatura come un sacrificio e che avrebbe fatto volentieri a meno di correre per il Comune. A fare il suo nome è stato il segretario regionale Silvio Lai, che ha forse pensato di risolvere un problema di non poco conto: l’assenza di un candidato forte a Cagliari. Il risultato delle primarie ha invece dimostrato che la sitazione del Pd cittadino è drammatica: tutti i candidati potenziali si sono via via ritirati (Espa e Porcu su tutti) e altri (che si erano proposti, seppur timidamente) sono stati testati, con risultati desolanti.

Alla fine (sondaggi alla mano) rimanevano due nomi: Renato Soru e Antonello Cabras. Il primo si è autoescluso, per la vicenda giudiziaria che lo riguarda. A quel punto non rimaneva che il secondo, al quale tutti i dirigenti regionali (ma anche Bersani, Veltroni e Chiamparino) hanno chiesto di spendersi, per il bene del partito. La decisione arrivò nella famosa riunione di via Emilia quando, alla presenza dello stato maggiore locale, è stato deciso all’unanimità che Cabras dovesse correre per la carica di sindaco. Ci fu qualcuno (il consigliere comunale Claudio Cugusi) che disse: «Chi non è d’accordo lo dica adesso, perché quando si uscirà da quella porta Antonello Cabras sarà il candidato di tutti noi». Nessuno parlò.

In via Emilia si dice che Soru ha fatto quello che ha potuto. Anche lui è uno dei grandi sconfitti, perché i seguaci hanno sconfessato il suo sostegno a quello che viene ancora percepito come il più feroce dei nemici interni. Segno evidente, si fa notare sempre dall’interno del partito, che il patron di Tiscali non controlla più nulla. Il presidente della Provincia Milia ha trascorso l’ultima settimana tra Bruxelles e il Marocco e secondo qualcuno anche Paolo Fadda ed Emanuele Sanna non si sarebbero impegnati a fondo, per ragioni diverse: ex democristiani ed ex comunisti hanno sempre qualche conto in sospeso con gli ex socialisti, anche se non craxiani.

Tutti sapevano che Zedda poteva contare su uno zoccolo duro di circa 2500 voti e il dato è stato puntualmente confermato. Il Pd, sulla carta, aveva un potenziale tra i 4 e i 5 mila voti. Persone che in grande parte sono state contattate telefonicamente e hanno detto che avrebbero votato per il Pd. Gli ultimi sondaggi di Ipr Marketing stimavano a Cagliari un’affluenza di circa 10 mila votanti: Cabras era avanti con il 50 per cento e Zedda fermo al 25. Le urne hanno detto una cosa diversa.

Cabras non era certamente gradito dalla base. Ma è credibile che parlamentari, consiglieri regionali, comunali, circoscrizionali e circoli cittadini, con un mese di lavoro, abbiano portato a casa soltanto un terzo dei voti che erano in grado di controllare? Il senatore, anche se non lo ammetterà mai, in queste ore statunitensi si sta convincendo del fatto che molti maggiorenti si sono tirati indietro e lo hanno lasciato da solo. La domanda è una sola: è credibile, come dice Silvio Lai, che la colpa del tracollo sia tutta della dirigenza locale? O è il partito, più in generale, a essere in situazione comatosa, ucciso dalle liti e dalle spaccature (mai risolte) che si porta dietro dai tempi della giunta Soru?